• ECEL PER GLI OSPEDALI E GLI HOSPICE

    ECEL è stato protagonista di molti ECM, di progetti formativi negli Hospice e di progetti che hanno introdotto grandi cambiamenti negli ospedali. Fra i numerosi progetti di Educazione Continua in Medicina condotti in ospedali e hospice per addestrare il personale a questo approccio, quello svoltosi nel 2010 in un reparto di terapia intensiva cardiochirurgica dell'Ospedale Universitario di Parma, con l'apporto di altri docenti e relative discipline, è diventato Progetto-pilota per l’umanizzazione e la dignità della persona nelle Terapie Intensive della Regione Emilia Romagna. torna ai progetti


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  • ECEL E I MALTRATTANTI: Diventare pace

    Il progetto è una formazione al... buon trattamento, a applica molte delle tecniche di ECEL; Si rivolge direttamente ai maltrattanti, ma intende anche formare a questo approccio volontari e professionisti che hanno a che vedere con la violenza domestica. Pur utilizzando tecniche che gli sono proprie, il progetto Diventare pace prende le mosse dall'esperienza di VOIX LIBRES, una ONG svizzera che opera soprattutto in Bolivia,e la cui fondatrice, Marianne Sébastien, ha ricevuto il Prix International des Droits Humains 2017. Come Voix Libres, l'approccio ECEL si rivolge alla prte profonda dei maltrattanti, ritenendo che non vi sia modo di fermare la violenza domestica se non aiutando coloro che la perpetrano a cambiare: solitamente essi riproducono una violenza subita o imposta durante l'infanzia, e vengono guidati a ricercare uno stato di pace interiore che permette loro di non aderire immediatamente alle pulsioni, di vedere se stessi come portatori di valor costruttivi e di esercitare l'amorevolezza e la compassione sull'altro. L'esperienza di Voix Libres racconta di maltrattanti che cambiano moltissimo, e diventano formatori nei confronti di altri maltrattanti. torna ai progetti ECEL


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  • ECEL E NUOVE FIGURE PROFESSIONALI

    L'Operatore ECEL opera in piena autonomia nel campo del benessere individuale e sociale attraverso un metodo energetico naturale non invasivo. È in grado di contribuire al miglioramento della qualità della vita e del benessere psicofisico spirituale dell'individuo. Il requisito minimo di istruzione formale richiesto per accedere al conseguimento della qualifica tecnica di Operatore in ECEL è un Diploma di Scuola Secondaria di 2° Grado (diploma liceale-diploma tecnico, diploma professionale; accettato anche diploma OS se la conoscenza della lingua italiana viene accertata essere sufficiente a seguire le lezioni e a parteciparvi in modo attivo). Sono accettati tutti i titoli, corsi, diplomi europei riconosciuti equipollenti e equivalenti a quelli italiani ai sensi delle vigenti disposizioni di legge. L’attività dell’operatore ECEL non rientra al momento tra le professioni sanitarie né tantomeno si sovrappone alle stesse, ma si presenta come complementare alle medesime. Il corso di formazione conduce, attraverso una rigorosa frequentazione delle lezioni, un tirocinio ed esami finali con commissario esterno, ad un Diploma Nazionale ASI - Settore Arti Olistiche Orientali DBN-DOS. Per il mantenimento del titolo conseguito, l'Operatore dovrà iscriversi al registro nazionale del settore, Albo Nazionale ASI, con tesseramento assicurativo in corso di validità. Giugno 2020: Con l'approvazione di ECEL da parte di ASI, nasce una nuova figura professionale: l'accompagnatore ECEL della fine della vita e del lutto. Tutte le informazioni sui corsi, di cui Daniela Muggia è responsabile scientifico, sul sito dell'Università Popolare In corde scientia. torna ai progetti ECEL


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  • ECEL E LA RICERCA

    Sebbene l'efficacia delle pratiche meditative tibetane a cui ECEL si ispira sia già abbondantemente dimostrata da ricerche internazionali, resta un vasto campo di studio e ricerca su ECEL ancora da esplorare: si tratta degli effetti neurocardiologici, neuroscientifici, sociologici e psicologici, delle sue molteplici applicazioni, ciascuna delle quali corrisponde a uni dei progretti in cui ECEL si declina. Al momento il solo studio dedicato risale al 2008, anno in cui ha vinto il Premio Terzani 2008 per l'umanizzazione della medicina, è consultabile qui. torna ai progetti ECEL


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  • ECEL PER I MASTER

    Oltre ad un Master di II grado in Accompagnamento empatico del morente - Pedagogia e Tanatologia presso l’Università Roma 3 (A.A. 2012-13), basta consultare il CV per rendersi conto di come ECEL sia diventato parte di master diversi, per medici, infermieri, psicologi, in Italia e all'estero, in cure palliative e medicina del dolore, psiconcologia, infermieristica di famiglia e di comunità, ecc. torna ai progetti ECEL


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  • ECEL PER LE AZIENDE

    ECEL, come si può vedere dal suo impiego nelle scuole e negli Istituti penitenziari, si occupa della sofferenza del vivere, oltre che di quella legata alla fine della vita e al lutto. Nelle aziende, il problema dell'esaurimento professionale o burn-out conduce, oltre al malessere generale e allo scarso rendimento, anche a maggiori assenze e domande di trasferimento, scarsa collaborazione, relazioni difficili, comunicazioni incomplete o emozionali, causa di ulteriori tensioni. Son tutti problemi che ECEL affronta nelle dinamiche intorno alla morte, insegnando un approccio di ascolto profondo ed empatico. La prima azienda a beneficiare direttamente di questo approccio è stato l'Ospedale Universitario di Parma, dove nel 2008 si è concluso uno studio longitudinale con valutazione in tre tempi dello stato di burn-out del personale formatosi al metodo ECEL con Daniela Muggia. Lo studio, pur con i limiti di uno studio pilota, ha rilevato che tutti i soggetti, in tempi diversi e partendo da livelli diversi di esaurimento professionale valutato con test omologati, sono usciti dallo stato di burn-out. L'Azienda ha inoltre misurato le ricadute economiche in termini di assenze dal lavoro dei suoi dipendenti, scoprendo che essi avevano di nuovo "piacere di lavorare". Lo studio, consultabile qui, ha vinto il Premio Terzani 2008 per l'umanizzazione della medicina. torna ai progetti ECEL


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  • ECEL PER LE PRIGIONI: Liberi dietro le sbarre

    Liberi dietro le sbarre è un progetto di formazione per la conduzione di gruppi di consapevolezza e di meditazione negli Istituti Penitenziari ispirato all’accompagnamento empatico della sofferenza. Esiste da decenni un filone di buddhismo impegnato nel sociale che traduce in modo attivo e pratico la compassione, l’amorevolezza, la consapevolezza centrata sul presente in contesti connotati da particolari tipi di sofferenza (dukka). Il contesto penitenziario è profondamente segnato da sofferenze peculiari, da persone che richiedono un certo tipo di ascolto e di contenimento in un luogo con specifiche regole e caratteristiche. In particolare, la perdita della libertà e dei contatti affettivi è assimilabile al lutto, per le cui risulta specialmente efficace la forma di accompagnamento empatico della sofferenza. All’assenza di libertà esteriori si contrappone la coltivazione della libertà interiore, e alla propria assenza dagli eventi delle persone care, soprattutto quando queste affrontano momenti difficili come la malattia e la morte, si sostituisce la capacità di fare per loro delle pratiche meditative di sostegno, a distanza, il cui funzionamento è oggi oggetto di studio delle neuroscienze. La ricerca della libertà interiore all’interno della realtà carceraria apre la porta ad una trasformazione della coscienza che tocca tanto i detenuti quanto le guardie carcerarie... Essa lavora infatti sulla stabilità della mente e sulle qualità del cuore, alleviando la fatica della detenzione e lo stress del personale di sorveglianza, che spesso sfocia nel burn-out. Lo strumento fornito si è rivelato eccellente per evitare la recidiva a fine pena ma anche per ridurre grandemente le tensioni del personale. 9.10.2015 e l’8.11.2015: Eventi formativi di Daniela Muggia in collaborazione con la psicologa Grazia Sacchi dell’Associazione Onlus Progetto liberazione nella prigione: “Meditazione e carceri: il vero “recupero” è trovare se stessi”. torna ai progetti ECEL


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  • ECEL PER LA FORMAZIONE DEI VOLONTARI

    ECEL contribuisce con regolarità e da molti anni alla formazione dei volontari di Tonglen ODV, Torino, che accompagnano la fine della vita ed il lutto. Ha inoltre contribuito alla formazione dei clown di corsia dell’Associazione Sorridimi di Milano, delle volontarie dell’Associazione RAVI (Donne operate al seno) di Torino (2007: Elaborare le proprie perdite per poter entrare in contatto con le perdite altrui e Ascolto ed accompagnamento empatico della sofferenza terminale: un approccio diverso dalla relazione d’aiuto), dei volontari dell'A.N.A.P.A.Ca di Torino (Associazione Nazionale Assistenza Psicologica Cancro) e dei volontari dell’Israel Spiritual Care Network di Gerusalemme, How to learn ECEL, the Empathic Care for the End of Life approach (2014). La formazione per i volontari si esprime in diversi moduli, ciascuno dei quali è indipendente dagli altri. Oltre ad insegnare ai volontari come prendersi cura dei morenti, delle loro famiglie e dei curanti, partendo dal principio che il malato e le persone che lo circondano sono interdipendenti e formano un insieme che ECEL definisce "il mandala della sofferenza", il metodo insegna loro soprattutto come prendersi cura di sé, così da non cadere né nel burn-out né in esperienze fusionali, e così da elaborare ogni perdita in modo che non si crei un pericoloso "effetto accumulo" di eventi luttuosi. torna ai progetti ECEL


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  • ECEL PER LE SCUOLE

    ECEL viene applicato da diversi anni dai volontari di Tonglen ODV negli interventi di accompagnamento del lutto nelle scuole. Esso contiene infatti molte indicazioni utili, come: - l'adeguare la comunicazione alle onde cerebrali presenti nei bambini a seconda delle età, - piccole pratiche meditative per affrontare le perdite ed elaborarle insieme in classe. Gli interventi sono molto ludici, e prevedono la presenza di insegnanti formati al metodo. Daniela Muggia ha tenuto diversi incontri o conferenze dedicate a insegnanti e genitori sia sul tema della Morte e i bambini, sia sull'applicazione del metodo ECEL ai disturbi dell'attenzione (ADHD), a partire dalla pubblicazione di Giù le mani da Pierino Il 14.3.2014, workshop per ANDIS & Gruppo Abele , Torino, su Accompagnare la sofferenza nella scuola, all’interno di un aggiornamento per insegnanti dal titolo La costruzione dell’identità a scuola. Esperienze di accompagnamento. Il 5.10.2015, workshop su “Accompagnare empaticamente la sofferenza nella scuola” (Ospedale San Giovanni Antica Sede di Torino, in collaborazione con Grazia Roncaglia, e la Rete Euromediterranea per l’umanizzazione della medicina. Il 24.2.2016, ha tenuto una giornata di formazione per genitori e insegnanti su “Accompagnare empaticamente la sofferenza nella scuola” insieme a Grazia Roncaglia, preso la Scuola 66 Martiri di Grugliasco, Torino. Il 20.11.2017, all'interno del Progetto AlViSe, Apignano (Torino), conferenza interattiva su Accompagnamento empatico della sofferenza nella scuola, con la partecipazione di Grazia Roncaglia. torna ai progetti ECEL


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  • UNA CAMPANA PER TUTTI

    Tutto ha inizio con una campana del ‘600, presente nell’antica cappella di Villa Santina, in Emilia, nel podere acquistato da nonno Umberto Muggia, ebreo e migrante di ritorno dall’America negli anni ‘20. La famiglia ebrea custodì sempre con rispetto cappella e campanile. Più tardi, dopo il matrimonio misto fra Ugo, ebreo, e Lisetta, cattolica, matrimonio che avvenne nel 1953 e che esorcizzava a modo suo gli anni bui delle persecuzioni naziste, la famiglia fece riconsacrare la chiesa, dove si erano susseguiti atti vandalici in cerca di un improbabile tesoro durante la guerra. I Muggia non erano grandi praticanti ma provavano il massimo rispetto per tutte le religioni, e volevano che la chiesetta servisse ancora al suo scopo per i cattolici del circondario, che per andare a messa dovevano percorrere molti chilometri in bicicletta. Il prete riprese a celebrare, se non altro nelle ricorrenze religiose maggiori. Negli anni ottanta, alla vigilia della vendita del podere e temendo che i luoghi sacri fossero nuovamente profanati, in un periodo in cui nessun intervento conservativo veniva fatto sui beni artistici di cui peraltro la piccola chiesa era un esempio, ne chiese la sconsacrazione; gli arredi più sacri come l’ostensorio e gli antichi messali miniati furono donati ad altre chiese del circondario perché venissero usati, e si provvide a salvare, restaurare e custodire altri elementi artistici di pregio, tra cui un paliotto d’altare, un quadro, e una splendida campana bronzea istoriata che porta il nome del signore di quelle terre nel XVII secolo, Sanctinus, da cui deriva il toponimo (“la Santina”). Lisetta e Ugo Muggia hanno espresso il desiderio che quella magnifica campana “tornasse a fare il suo mestiere di campana”, e ora se ne presenta l’occasione. È stata donata a Don Aldo Bertinetti, sacerdote torinese amico di famiglia e membro della consulta interreligiosa torinese, parroco nel piccolo paese di Varisella, affinché sul terreno annesso alla chiesa sorga una costruzione che ospiterà sia la campana sia celebrazioni per i defunti d’ogni convinzione religiosa, operate congiuntamente, in spirito ecumenico, dai celebranti di religioni diverse. “La morte, finalmente, ci rende tutti uguali, e nessun razzismo o antireligionismo esiste più da questo lato dello specchio della vita!” Cosa serve ora? È necessario ora costruire un piccolo prefabbricato che ospiti la campana e i riti ecumenici, in un punto da cui si gode una vista splendida sulla vallata. Il terreno è messo a disposizione dalla Parocchia San Nicola Vescovo. Potete versare il vostro contributo sul c/c bancario intestato alla Parocchia San Nicola Vescovo: IBAN IT60H0200830200000001023817 Unicredit di Cafasse, con la causale: “una campana per tutti, a nome di (e qui aggiungete il nome della persona cara che vorreste fosse iscritto sulla targa)”. torna ai progetti


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